Un itinerario che permette di scoprire lo Zugna dal suo lato più selvaggio e per certi aspetti sconosciuto.
Lo abbiamo già affrontato nel percorso più tradizionale che sale da San Valentino e scende dal CAI115 sul versante sud.
Vedi il nostro itinerario Monte Zugna e cai 115 non si cede un passo.
Qui invece scopriremo il lato opposto: quello più impervio, aspro, inospitale.
Un vero itinerario di cicloalpinismo dove i momenti più rappresentativi saranno i numerosi passaggi tra trincee e resti della Grande Guerra.
Da Rovereto sulla strada degli artiglieri
Si parte dall’ Ossario monumentale di Rovereto che val bene una visita sia per la rilevanza storica che per la suggestione architettonica dell’ edifico stesso che tradisce subito un inconfondibile stile anni ’30. Si sale dalla strada degli artiglieri, una strada di montagna sulle cui pareti rocciose sono affisse le targhe commemorative di tutti gli artiglieri italiani caduti nel corso delle due guerre mondiali.
Terminato l’asfalto si entra in uno scenario completamente diverso. E’ quello delle orme dei dinosauri che convive con la spettacolare Ruina Dantesca che ispirò il Sommo Poeta nella Divina Commedia.
Il fungo di Albaredo
Dopo una serie di tornanti arriva un’altra sorpresa: il fungo di Albaredo.
Il fungo di Albaredo è una curiosa formazione rocciosa creata dall’erosione dell’acqua. Dopo qualche strappo su ghiaia ci si congiunge all’asfalto. Salendo dalla strada provinciale che porta diretti a Malga Tof prima ed al rifugio Zugna.
Dalla malga inizia il viaggio nella storia della Grande Guerra, con tanto di pannelli didattici decisamente ben fatti.
Nei sentieri della Grande Guerra
La strada è un continuo intersecare di postazioni, trincee, manufatti.
Anche la strada stessa è parte della storia: fu realizzata dagli austriaci per servire alla costruzione del Forte Zugna. Quest’ultimo però resterà solo un progetto. Dopo la sosta rigenerante al rifugio, si sale con un ultimo strappo verso la zona dei presidi austriaco ed italiano.
Qui come su tutta la linea i due fronti avversari si trovavano faccia a faccia, e la linea del fronte cambiava a seconda delle rispettive fortune. Si scende su un bel single track divertente e panoramico. Poi tornati al rifugio si devia sul cai 118 che presenta un breve tratto esposto da fare assolutamente a piedi. Poi il sentiero diventi percorribile e molto emozionante.
Si sbuca a Matassone dove si visitano i resti del forte omonimo e poi da Albareto si ridiscende via bosco fino al punto di partenza.
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