Certi immagini di ambienti rudi e selvaggi sembrano appartenere solo a certe pellicole cinematografiche. Eppure ci sono anfratti del nostro Appennino che fanno vivere queste emozioni sul piano reale: con tanto di odori, sapori e luminiscenze. La Calvana, con le sue cime che sovrastano da Nord le città di Firenze e Prato, è senza dubbio uno degli esempi di queste realtà rimaste inalterate nel tempo. In basso le aziende agricole coltivano floridi oliveti, nella parte alta mandrie di bovini e cavalli in libertà osservano imperturbate lo scorrere frenetico della città. Tra vetta e pianura una ricchezza floro-faunistica ritenuta di interesse comunitario per il grande valore di biodiversità.
La particolarità di questa zona è la natura carsica del terreno: doline, cavità, assenza di fango sono caratteristiche che richiamano più la morfologia friulana che quella toscana.
Anche la storia ha lasciato la sua impronta: una casa oggi trasformata in memoriale ricorda la battaglia tra partigiani ed esercito tedesco avvenuta nel gennaio del ’44.
Per il biker si tratta di affrontare un itinerario molto avventuroso, fatiche che saranno ripagate con gli interessi da superbi panorami e discese con passaggi su roccia degni di un manuale da enduro.
Assolutamente consigliate le protezioni per gomiti e ginocchia, ma soprattutto una dispositivo gps: gli infiniti sentieri dei pastori costituiscono un labirinto nel quale ci si può perdere.
[tripkly id=804]