Ad unire la Val d’Adige con il lago di Garda c’è una valle chiusa ad imbuto da due gruppi di pareti rocciose verticali: questa spettacolare ambientazione prende il nome di Val di Gresta. Non serve essere strateghi per capire quali sono i punti della montagna che permettono di dominare la vallata: anche senza aver letto un libro di storia si può intuire dove gli austriaci avessero predisposto le loro fortificazioni. Nel settore più occidentale ci siamo già stati con un altro itinerario (Monte Creino), stavolta andiamo nel settore orientale in quello spigolo che divide la Val d’Adige dalla val di Gresta. Gli obiettivi da raggiungere sono 2: il caposaldo del Nagia Grom e quello del Monte Faè (uniti da un raccordo stradale che è inserito nel percorso).
Non sono semplici trincee, ma vere e proprie cittadelle militari in quota, e comprensive di ogni tipo di struttura per armamenti e soldati.
Il loro compito era di difendere il fronte Rovereto-Garda: crocevia di rifornimenti e servizi, nonché barriera difensiva del capoluogo trentino.
Il Nagia Grom si raggiunge in poco tempo salendo da Valle San Felice lungo una strada asfaltata abbastanza agevole: giunti alla meta è necessario abbandonare la bici all’ingresso e proseguire a piedi attraverso i camminamenti scavati nella roccia viva. I panorami si estendono a 360° su tutta la zona del Garda, con l’ Altissimo e la catena del Baldo in prima fila.
Si prosegue seguendo per Manzano-Nomesino percorrendo in parte la stessa strada costruita dai militari austriaci come collegamento con Monte Faè, lungo la via si può dedicare qualche minuto di visita a quel che rimane di Castel Frassem. Arrivati ai piedi del Monte Biaena si devia verso San Valentino scorrendo lungo un sentiero, anche esso militare, che offre scorci molto suggestivi sulla città di Rovereto. Un tortuoso tratto di risalita asfaltata porta direttamente al Caposaldo di Monte Faè (percorribile in bici), recentemente ristrutturato dalla Associazione Castel Frassem di Nomesino.
Ancora 100mt di dislivello positivo ed inizia la discesa imbucando una via laterale prima di Nomesino. La prima parte è abbastanza scorrevole, dalla seconda metà in avanti il livello tecnico si innalza notevolmente con tornanti e gradoni riservati agli esperti: notevole è lo spettacolo panoramico sia sul lato valle che su quello a monte con la facciata della parete di Monte Albano.
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