C’è una strada sull’ Appennino tosco emiliano che viene utilizzata da quasi 22 secoli e non sembra risentire dell’età. Gli escursionisti la conoscono come la “ Via degli Dei ” (così chiamata perché scorreva ai piedi di colline consacrate alle divinità romane) tra Bologna e Firenze, costruita su volontà del Console Flaminio nel 187 a.C. per collegare Roma con i territori del nord conquistati ai Liguri.
Via degli dei in mtb
Si tratta di una vera e propria grande opera che, a livello catastale, prese il nome di Flaminia militare minore. Completamente pavimentata, permetteva lo spostamento di uomini e mezzi anche nelle stagioni rigide e piovose.
Con l’espansione dell’ Impero e l’aprirsi di altre vie perse d’importanza, fino ad un quasi completo abbandono. Oggi con il diffondersi delle attività escursionistiche (Trekking, MTB ed equitazione) il percorso sta vivendo una seconda giovinezza, grazie anche ad un’ attenta opera di valorizzazione portata avanti da pubblico e privato.
Il fondo originale del percorso è andato quasi completamente perduto, anche se di tanto in tanto si vedono spuntare i massi originali opportunamente segnalati con cartelli e didascalie.
Ma il territorio del passo della Futa, nodo geografico e stradale tra l’appennino toscano e quello emiliano, non è solo storia antica: qui è stata scritta una delle pagine più sanguinose del secondo conflitto mondiale. Sul finire del ’44 queste aspre montagne divennero per i tedeschi in ritirata un riparo naturale per resistere all’ incalzante avanzata degli alleati partita da Roma dopo lo sbarco di Anzio. Un enorme cimitero (aperto al pubblico, situato a ridosso della rotatoria stradale) con oltre 30.000 salme di soldati tedeschi è la testimonianza più impressionante di quei cruenti scontri.
Il percorso è fisicamente impegnativo, con alcuni tratti molto impervi da fare a spinta; tecnicamente divertente.
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