Il caso volle che come regalo per il mio compleanno un mio amico che vive ad Amsterdam mi regalò la partecipazione alla mezza maratona della Venezia dei Paesi Bassi.
Mi sono avvicinato alla corsa qualche anno fa, ma solo lo scorso anno mi è venuto in mente di partecipare ad una mezza maratona. La competiziona in generale non mi è mai molto piaciuta ma, sentendo chi ha partecipato mi ha invogliato ed ho iniziato a pensarci su.
Era il mese di maggio quando ricevetti il regalo e la gara si sarebbe svolta nel mese ottobre.
Li per il non gli avevo data molta importanza e probabilmente non ero convinto fino in fondo che l’avrei fatta. In quel periodo abitavo a Kiev e quindi anche la lontananza, le spese per il viaggio e tante altre piccole cose di natura logistica non mi facevano ancora essere sicuro al 100%.
Passarono i mesi estivi, con l’arrivo di settembre passata la calura estiva, tornai ad allenarmi seriamente tre volte la settimana su strada e cosi presi la decisione di partecipare, organizzammo il viaggio con un mese di anticipo e il 16 ottobre con un gruppo di amici ci siamo imbarcati da Kiev alla volta di Amsterdam.
Il mio piccolo fans club che avevo al seguito era per loro più che altro un’ occasione per andare nei vari coffee shop e bere alcool in tutta tranquillità, mentre io per la tensione fui preso da mille dolori fantasma.
Sabato mattina feci un breve uscita, pioveva, come quasi sempre da quelle parti, e la nebbia la faceva da padrona. Ci aveva ospitato l’amico artefice della mia partcipazione ma non eravamo alloggiati proprio ad Amsterdam ma ad una 40 di km, in una città che si chiama Den Haag.
Il pomeriggio sono andato a ritirare il mio numero 34238 e gia lì l’atmosfera si riscaldava.
Musica a tutto volume, insomma si capiva che sarebbe stata una corsa a tutta musica e piena d’emozione. Arrivata la domenica mattina teso come una corda di violino e con i soliti dolori fantasma che mi hanno accompagnato dal momento in cui sono sbarcato ad Amsterdam, mi ritrovo nella baraonda dell’organizzazione (che devo dire perfetta) non sapevo dove andare e con i miei amici decidiamo di seguire l’onda umana. Ma non prima di passare ancora una volta dal fisioterapista che mi conferma che si tratta di stress pre gara, confortato affronto i miei fantasmi.
Arriviamo alle griglie di partenza migliaia di persone li divisi dal colore del pettorale. Camminiamo per circa un km e poi arriva lo start.
Si parte con musica tecno. Faccio mille foto con persone mai conosciute, si urla c’è qualcuno che beve anche una birra. Si parte molto lentamente ci si calpesta i piedi, ma poi passiamo lo start, i primi metri sembrano infiniti, piu volte pensando al resto dei km dicevo tra me e me “vabbè basta quando passeranno gli altri 21 km” ed invece metro dopo metro sono andato avanti .
Ogni km era evidenziato da musica a tutto volume mixata da dj molto bravi. Nonostante avessi la mia inseparabile musica nelle mie orecchie, quel rumore assordante superava tutto. Si incontra la primi ristoro con bevande energetiche, acqua, banane e delle spugnette bagnate.
Ai bordi delle strade c’era tanta gente, soprattutto bambini in festa che ti porgono la mano per battere il cinque. Gente di ogni tipo che ti guardava come fossi un superoe magari non sapendo che i più bravi erano passati almeno un’ora prima di me e che forse erano già arrivati al traguardo.
Ma la cosa che più divertente che ho visto durante la gara era la gente che si fermava a fare pipì dietro i cespugli, soprattutto le donne, che si calavano i pantaloni ancor prima di arrivare dietro il cespuglio.
Ma questa è Amsterdam ragazzi, dove tutto è permesso!!
La strada non era tutta pianeggiante come potevo immaginare, ma un’Amsterdam bellissima di periferia nel verde assoluto. Arriviamo in citta finalmente, segno che il traguardo di questa mezza maratona si avvicinava, passiamo in un parco immenso, la gente aumentava sempre di più e agli olandesi si univano gruppi di turisti che si fermavano a guardare. Improvvisamente le mie gambe sono sciolte con più forza, forse perchè mi rendevo conto che mancavano due km scarsi all’entrata dello stadio Olimpico e l’adrenalina aumentava. Lo stadio pienissimo di gente, musica, io son riuscito a sbagliare il varco per entrare all’interno, emozionatissimo entro gli ultimi 200 metri, finalmente il finish la medaglia, la coperta termica e lo sguardo va subito sugli spalti a cercare mia figlia Nicole che ha assistito alla fine della mia prima mezza maratona in terra straniera.
Nonostante la stanchezza che comunque poi alla fine si è fatta sentire ero felice come un bimbo. Bene è arrivato il momento che posso bere anche io, ma i miei fans hanno gia iniziato prima di me e sono gia a buon punto.