Si sa: la montagna cambia. Il turismo vacanziero degli ultimi decenni ne ha trasmutato la fisionomia e le abitudini…e non sempre in meglio a dire il vero. Per chi ancora è animato da spirito romantico non c’è niente di meglio che andare alla ricerca dei luoghi perduti, dei resti diroccati della comunità contadina, e delle strade lastricate ancora percorribili come quelli che si trovano a Sestola
Mettendo insieme varie tracce tra le più classiche del comprensorio sestolese ne è uscito un giro curioso: dove il tema unificante è la comunità rurale scomparsa. Il primo tratto va da Sestola a Pian del Falco intersecando numerose piste da Downhill, e si prosegue fino al parcheggio di Passo del Lupo per scendere sulla veloce mulattiera che affianca il giardino botanico Esperia affiancando le piste da sci. Dopo un tratto caratterizzato da una bella alternanza di bosco e prati aperti dall’erba alta si incrocia un edificio bianco con una croce impressa a fuoco sulla porta in legno: è un essiccatoio per castagne, probabilmente ancora oggi utilizzato. Si risale su una mulattiera molto impervia che porta in località Marina dove appaiono i resti di un piccolo borgo in pietra molto suggestivo.
Arrivati sul crinale inizia la temibile discesa dello Stellaro che termina alla funivia di Montecreto. Si risale sui pietroni dell’ antica Via dei Monti fino all’ imbocco del Sentiero del Pino Solitario di cui si percorre un breve tratto per arrivare al CAI 457, un sentiero poco conosciuto ed immerso in una splendida faggeta. Si ritorna a Sestola per terminare la visita al bellissimo castello.
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