Chiunque abbia compiuto il percorso delle Pale di San Martino non può dimenticarlo: percorrere lo scenario lunare del plateau a quota 2.700 mt è un’esperienza che trascende la normale attività della mountain bike.
D’altronde parliamo di montagne considerate patrimonio mondiale dell’ umanità: le Dolomiti. La zona è quella del Primiero, una valle del Trentino meridionale scavata dal torrente Cismon e con le montagne del Veneto (vette Feltrine) che si affacciano sul lato orientale.
Si parte dalla rinomata cittadina turistica di San Martino di Castrozza, un paese animato esclusivamente dal turismo, e che mette a disposizione una indispensabile cabinovia per arrampicarsi sulle vette dei giganti di dolomia. Vista la nutrita presenza di escursionisti, si consiglia di utilizzare la prima corsa delle 8:00 in modo da avere la strada completamente libera.
Per strano che possa sembrare anche il passaggio in cabinovia è qualcosa di emozionante: si ha come l’impressione di entrare in un’altra dimensione, lontana e diversa da tutto quello che abbiamo conosciuto finora. E in effetti è così: appena scesi dalla cabinovia che conduce al Rifugio Rosetta si avverte subito l’effetto “allunaggio”.
Una distesa, apparentemente interminabile, di roccia argentea con qua e la alcune sommità che svettano come torri. Un unico sentiero corre come una ruga sul volto di questa altopiano lunare. Dopo una manciata di chilometri riappare alla vista il mondo sottostante, quello fatto di valli e montagne verdi che in precedenza era scomparso dalla visuale.
La discesa è lunghissima e molto variegata: nella prima parte si procede quasi a passo d’uomo per superare tratti rocciosi abbastanza burberi e qualche salita. Al passo dell’ Antermarucol, dove si apre uno scenario capace di sopraffare anche gli animi più insensibili, il ritmo cambia decisamente grazie ad un sentiero decisamente più flow: una serie infinita di tornanti tra praterie e boschi conduce in val Gares dove termina la prima parte dell’itinerario. Da Falcade si prende la cabinovia per Le Buse e si sale fino al passo di Valles. Da qui inizia un tratto cicloalpinistico con bici in spalla fino alla Forcella di Venegia, dove un pascolo di mucche annuncia la fine della valicata.
Da qui si scende in vallata su sentieri scorrevoli e divertenti fino alla strada ghiaiata della Val Venegia che impone di risalire fino alla Baita Segantini. Un ultimo tratto di sentiero tecnico conduce sulla strada statale per San Martino che in buona parte si riesce ad evitare tramite sentiero.
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