Monte Guglielmo o meglio Golem: sì perché questo “Guglielmo” è la fuoriuscita di una improbabile italianizzazione del termine dialettale lombardo Golem, ovvero “culmine” o “colma”.
Stiamo infatti parlando della montagna che troneggia più alta sulle sponde del sottostante Lago d’Iseo, e in questo itinerario MTB lo si potrà conoscere in tutta la sua estensione dalle acque lacustri fino alla vetta che sfiora i 2.000 mt d’altitudine.
L’itinerario parte da Marone
Si parte da Marone sulla sponda bresciana, la salita è di quelle che fanno la selezione sin dalle prime battute. Si sale su asfalto e che diventano proibitive negli ultimi tratti cementati prima di raggiungere la sospirata vetta.
La funivia con i suoi vagoni carichi di materiale estrattivo si stagliano nel cielo come un’opera d’altri tempi. In certi tratti questa presenza rasenta l’inquietante.
Il lago si fa sempre più piccolo a mano a mano che si sale sulla propaggine più alta di questo gigante di terra, e la prospettiva panoramica si fa sempre più ampia e suggestiva.
L’occhio carpisce i profili stagliati delle dolomiti di Brenta e dell’ Adamello e della corona montuosa intorno al lago.
In un breve passaggio si intravedono anche le curiose formazioni delle “Piramidi di Zone”.
A metà della salita l’asfalto lascia il posto ad una ripida mulattiera che si delinea sinuosa tra le pieghe della montagna. L’ultimo tratto è annunciato dalla presenza del vistoso monumento del Redentore.
Il monumento risale all’inizio del secolo scorso, e dalla sagoma del Rifugio Almici che sarà occasione di un indeclinabile ristoro.
Dopo un meritato riposo si inizia a scendere puntando verso le brillanti acque del lago.
Attenzione al primo tratto, una specie di scaletta in sasso presenta qualche insidia nascosta. I primi tornanti sono davvero emozionanti: si percorrono i profili più stagliati della montagna. Con qualche tratto esposto ma mai pericoloso.
Dai verdi prati delle quote alte ci si addentra precipitosamente nel bosco, dove si affrontano anche diversi tratti con guida tecnica. Si arriva a Marone inebriati da una bella discesa che non molla fino all’ ultimo chilometro.
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