Da più parti si parla di un libro rivoluzionario. Gli spagnoli Moi Gonzàlez e Montse Rodrigues, con il loro Mindful running. La corsa consapevole, edito da De Agostini, hanno realizzato la prima opera incentrata sulla tecnica psicologica della mindfulness.
Nell’edizione italiana, il testo ha la prefazione di Andrea Colombo, ex velocista della nazionale, finalista olimpico a Sydney con la 4×100, oggi psicologo dello sport e collaboratore della Federazione Italiana di Atletica. Per Colombo ci troviamo difronte ad una tecnica assolutamente innovativa perché rielabora la corsa e le sue finalità in chiave moderna.
Difronte alle condizioni stressanti imposte dalla società contemporanea, il benessere si raggiunge allenando all’unisono corpo e mente.
Mindful running: le finalità
La tecnica introdotta dai due autori spagnoli propone la corsa quale strumento per unire il benessere psicologico a quello fisico. Il presupposto da cui partono è molto chiaro. Se la mente non lavora bene, il fisico ne risente. Se il corpo lavora male, allora sarà la mente a risentirne.
La pratica della mindfulness è la versione occidentale della meditazione buddista, senza rimandi religiosi, per integrare mente e corpo. Ovvero fare attenzione a ciò che si fa, allenando l’attenzione in modo consapevole. Essa ha effetti positivi sulla motivazione e sulla gestione dello sforzo fisico. Due fattori spesso indeboliti dall’ansia da prestazione.
Mindful running: come funziona
La tecnica abbina la meditazione alla corsa per aiutare il corridore ad assaporare in maniera piena le sensazioni di benessere offerte dalla corsa. Il libro propone 56 esercizi che vanno praticati mentre si corre. Servono ad imparare l’arte della presenza mentale durante le corsa. Gli esercizi mirano ad assicurare un allenamento costante del corpo, consentendo alla mente di eliminare lo stress.
I pilastri del Mindfull Running sono tre. Sensazioni e postura del corpo; il respiro, come strumento per trovare la giusta concentrazione; l’ambiente esterno. In pratica siamo agli antipodi della corsa con le cuffiette o il cellulare in mano, mentre per la testa si addensano pensieri che nulla hanno a che vedere con l’allenamento. Una nuova frontiera nella ricerca del benessere psicofisico.
Come spiegano gli autori, la corsa si presta alla meditazione perché il suo movimento ritmico garantisce alla mente ampi spazi meditativi. Grazie ai quali è possibile ascoltare in modo consapevole il respiro e la cadenza dei passi. L’ambiente in cui si corre è l’altro elemento fondamentale per riuscire ad abbinare felicemente la corsa alla meditazione. In questo senso gli spazi verdi sono molto più adatti rispetto agli ambienti urbani, sempre caotici, frenetici e rumorosi. Fattori che non offrono di certo le condizioni ideali per meditare.
Mindful running: i benefici
Meditare in corsa significa focalizzare il pensiero su se stessi e percepire in maniera più profonda il proprio corpo. E’ questa la via per sviluppare una maggiore attenzione e sensibilità verso la propria persona. Due abilità che a lungo andare si trasformano nella maggiore consapevolezza su ciò che si sta facendo, su ciò che si è, e sugli obbiettivi che si vogliono raggiungere. E a tutto questo ci si arriva con l’allenamento, curando la forma fisica.
La tecnica del Mindful Running aiuta quindi a gestire lo stress mentale. Nell’ambito sportivo incrementa le capacità atletiche e riduce la sensazione di fatica e stanchezza, migliorando di conseguenza le prestazioni e i risultati. Ma il Mindfull Running non è utile solo per gli sportivi. Perché i benefici ricadono nel quotidiano, nella sfera lavorativa come in quella affettiva. Inoltre il mindfull running è indicato anche per le persone con problemi di salute.