Marradi: Off Road eremitico

Ci sono zone di confine sull’ Appennino Tosco-romagnolo dove non è facile identificare i confini, non tanto quelli amministrativi quanto quelli culturali e paesaggistici. In questa terra di mezzo ci sono un paio di particolari che finiscono col mettere tutti d’accordo: la spettacolarità dei sentieri ed il fascino di luoghi che sembrano sospesi tra i secoli.

Il centro di riferimento è quello di Marradi: piccolo ed accogliente borgo appenninico dove oltre alle acque del torrente Lamone scorre anche ottima birra artigianale. La storia di questa comunità (che mantiene ancora i legami con il folklore contadino fatto rivivere nelle numerose festività, molte delle quali dedicate al cibo ed alla coltura della castagna) è quella dei nobili esiliati della toscana che una volta rifugiatisi qui hanno importato la loro cultura ed il loro stile: come si può notare nell’architettura dei palazzi signorili.

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L’elemento culturale più affascinante di questo percorso è senza dubbio il romanico Eremo di Gamogna (terminato di costruire 1053, porta con disinvoltura i suoi quasi mille anni): avvolto da un’ atmosfera millenaria e di profondo isolamento la struttura è stata oggi sottratta al declino grazie al lavoro dei volontari.

L’itinerario si svolge su un “8” che avvinghia le due opposte sponde del Lamone delineandosi sulle tipiche creste rocciose e puntute di questo angolo di Appennino.

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Le salite sono addolcite dall’ asfalto ma hanno pendenze di tutto rispetto, le discese sono alquanto eterogenee ma accomunate da un elevato grado di difficoltà tecnica: l’anello piccolo è relativamente più facile, mentre in quello grande vi è un primo segmento molto roccioso sul crinale ed un secondo molto più scorrevole in mezzo al bosco ma con tratti di vertiginosa pendenza.

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