Lagune Freeride – Palazzuolo sul Senio casa dell’enduro

Non che ce ne fosse bisogno ma con la Lagune Freeride si ha l’ennesima conferma che Palazzuolo sul Senio è una scuola di mountain bike all’ aperto, un tempio da frequentare almeno una volta all’anno per i discepoli dell’ enduro.

Come in altri itinerari già presentati il punto di partenza è questo pittoresco borgo toscano che confina, impercettibilmente, con la Romagna.

Il track Lagune freeride non è di per sé molto lungo, ma in questo versione è stata aggiunta una digressione che permette, a chi non l’avesse ancora fatto, di ammirare quel meraviglioso gioco d’acqua che sono le Cascate dell’ Abbraccio: pertanto l’itinerario proposto richiede tutta la giornata, e gambe ben allenate.

passo sambuca

La salita è estremamente semplice da seguire ma piuttosto inclemente per le pendenze: è la classica ascesa su asfalto che da Palazzuolo porta al Passo della Sambuca. Giunti all’altezza della vistosa croce i bei panorami compensano le sofferenze fin qui patite e le macchine fotografiche scattano copiosamente.

Si prosegue su sterrato fino al bivacco i Diacci dove è possibile fare una sosta autogestita o presso il rifugio se aperto. Si scende e si risale per le Cascate dell’ Abbraccio seguendo le impetuose acque del torrente Rovigo per risalire su strada e riprendere il tratto di raccordo con il trail. Grazie al lavoro dei volontari del gruppo Senibike il sentiero Lagune è di facile individuazione e generalmente in buono stato.

Laguna Trail

L’imbocco del sentiero potrebbe presentarsi ostruito dalla presenza di numerosi rami e cumuli di foglie: dipende dalla stagionalità e dalle intemperie. Inutile farsi scoraggiare: il tracciato si svolge quasi per intero lungo un pulitissimo crinale desertico e roccioso.

Dopo qualche primo passaggio decisamente tormentato la linea della traiettoria si fa più nitida, anche se ci si trova ad affrontare continui susseguirsi di gradoni da scavalcare con colpi di reni e torace. Verrà spontaneo domandarsi dove sia la Laguna a cui si deve il nome: in realtà il percorso si sviluppa nella zona di formazione di un affluente del Senio, e nella parte finale del tracciato lo si interseca in una zona acquitrinosa.

Si raccomanda, come sempre, l’uso delle protezioni.

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