Quante volte vi sarà capitato di recarvi in un negozio di articoli sportivi e di non sapere proprio quale scarpa scegliere per le vostre corse quotidiane?
Con l’aiuto di Francesco Scarparo, uno dei massimi esperti nel settore calzature running, proprietario di un esercizio situato nel cuore della capitale: “Footworks Roma” e grazie al fondamentale contributo del Dott. Paolo Perniciano: fisioterapista e osteopata tra i più qualificati del centro Italia a sua volta direttore del centro Fisioterapia Roma.
Rivolgerò loro alcune domande per analizzare nei dettagli. Com’è fatta una scarpa da corsa, in quali categorie si suddivide, perché una calzatura sia più adatta per un podista piuttosto che un altro, la durata e le principali cause derivanti da un suo uso inappropriato.
La scarpa giusta sul piede giusto i consigli su come sceglierla
Il sig. Scarparo ci spiegherà come partendo dalla struttura di una scarpa da running, le funzuoni delle singole parti essa si scelga.
Sappiamo che ne esistono diverse tipologie di scarpe da running , ce ne parli.
La scarpa da running si compone principalmente di 4 parti: tomaia, intersuola, suola e conchiglia. A seconda del livello di ammortizzamento, ognuna di queste parti è più o meno strutturata. Scegliere la scarpa giusta non sempre è facile per i podisti, soprattutto per chi si avvicina a questo sport.
Footworks nel 2004 è stato il primo negozio ad offrire ai propri clienti la prova dell’appoggio in dinamica. Servizio davvero innovativo all’epoca e che, ancora oggi, non ha rivali nell’individuazione della scarpa più adatta per ogni cliente.
L’appoggio neutro è quello più corretto, poiché distribuisce uniformemente il peso su tutta la pianta del piede. Il pronatore, o meglio, iper pronatore, ha la tendenza a buttare il peso all’interno del piede.
In fase di appoggio ha necessita, di una correzione che rimetta in piano il piede, evitando stress ai tendini e alle ginocchia.
Il supinatore è colui che tende ad atterrare sulla parte esterna del piede e necessita, di una buona scarpa neutra, ben ammortizzata anche nella parte esterna. Non esiste la scarpa antisupinazione.
Quindi, da questa analisi si capirà quali sono le caratteristiche del vostro appoggio e, dunque, la scelta delle scarpe più indicate.
Una volta individuate le scarpe, si ripete la gait analysis per vedere se davvero è la scelta giusta.
Perché secondo lei è tanto importante rivolgersi a un negozio specializzato? È vero che ogni individuo ha delle esigenze differenti rispetto ad un altro?
Perché come non esiste un negozio uguale all’altro, così non esiste un piede uguale all’altro. Pianta larga o stretta, arco plantare pronunciato o piatto, appoggio neutro, pronatore o supinatore, piede sinistro più lungo del destro o viceversa. Pertanto, bisognerà necessariamente scegliere la scarpa più adatta alla propria corsa: adeguata alla nostra velocità e, ovviamente, al nostro appoggio.
La scarpa da running, non dovrà essere scelta in base all’estetica, criterio che è secondario se vogliamo individuare davvero, la scarpa più adatta a noi.
“Non esiste una scarpa migliore di un’altra, ma esiste la scarpa migliore per noi”.
Nel nostro negozio specializzato, seguiamo il cliente/podista in tutte le fasi dell’acquisto: dall’analisi dell’appoggio in fase dinamica, al consiglio della scarpa più adatta, alla scelta finale migliore.
La scarpa da running si sceglie con i piedi, non con gli occhi
Nel suo negozio è presente un pistino dove poter correre e provare la scarpa, nel frattempo si viene ripresi da una telecamera… ci spieghi meglio.
Concretamente, come si sceglie la scarpa giusta?
Per noi, con l’ analisi dell’appoggio in dinamica. Nel nostro negozio, vi daremo una scarpa neutra, ovvero senza alcuna
correzione, per effettuare il test, che consiste nel correre su un pistino in tartan di 15m, interno al negozio e, durante la corsa, verrete ripresi da una telecamera posta all’altezza dei piedi. Le immagini verranno riviste e analizzate in moviola e, si individuerà, così, il vostro tipo di appoggio: Neutro, pronatore o supinatore.
Footworks è l’unica realtà ad offrire anche la possibilità di provare le scarpe chiodate, grazie alla presenza del pistino in tartan vero. Per scegliere la scarpe giusta, affidatevi sempre ad un negozio specializzato.
Passiamo ora al Dott. Paolo Perniciano, punto di riferimento per molti runner romani, che si recano presso il suo studio per risolvere le più svariate patologie a carico del nostro apparato locomotore, che possono incorrere ad esempio durante la preparazione di una maratona quando si usa una scarpa “scarica”.
Secondo lei, ogni quanto andrebbe sostituita una scarpa da running?
Una buona scarpa da running è fondamentale per preservare le proprie articolazioni e le strutture tendinee da infortuni frequenti. Un podista che stia preparando gare di lunga lena e che quindi sottoponga le proprie scarpe a notevole usura ha la necessità di sostituire la propria calzatura almeno ogni tre, quattro mesi o circa mille km.
Una scarpa vecchia, rispetto a una nuova o comunque con un chilometraggio che rientri ancora in un livello di sicurezza, presenta delle caratteristiche ammortizzanti nettamente inferiori, il che si traduce in un notevole rischio di incorrere in infortuni.
Che genere di problematiche riscontra nei suoi pazienti che praticano la corsa? Un uso di calzature eccessivamente logorate nel tempo può incidere maggiormente sugli infortuni del runner?
Un’incidenza elevata di patologie a carico delle strutture articolari/tendinee si rivela proprio in quei podisti che per svariate ragioni non sostituiscano periodicamente la calzatura.
Sindrome della bandelletta ileo-tibiale, fascite plantare, infiammazioni ai tendini (rotuleo e achilleo) sono solo alcune delle patologie che si riscontrano con maggiore frequenza.
Di quali mezzi dispone il suo centro fisioterapico per alleviare e risolvere le svariate patologie che affliggono un paziente podista infortunato?
Per ovviare alle svariate problematiche che si presentino al paziente/podista cerco di dapprima di risolvere il problema alla radice.
Eliminando quindi prima la causa scatenate, mediante svariate tipologie di normalizzazioni manuali, quali ad esempio: il massaggio sportivo.
E’ un rimedio utile a tutti i livelli dello sport: dall’atleta professionista a chi ha fatto qualche scalino di troppo senza allenament.
Questo tipo di massaggio offre l’immediata sensazione di alleggerimento del corpo e riduzione dell’indolenzimento dei muscoli e riduce i tempi di recupero tra una sforzo ed un altro o tra una gara e la successiva.
Queste manovre permettono di recuperare il tono muscolare in tempi ridotti, riducendo la sensazione di intorpidimento ed impaccio muscolare.
Un buon fisioterapista inoltre, è in grado di comprendere quando e come alternare le diverse tecniche di massaggio a seconda delle necessità.
Un ruolo altrettanto importante lo riveste l’Osteopatia: solo la sensibilità tattile di professionisti qualificati e realmente competenti può ridonarvi l’agognato benessere.
Il segreto per una completa guarigione ed un perfetto decorso terapeutico risiede infatti nell’abilità dell’osteopata.
Nella sua sensibilità nel riuscire a seguire i segnali di una patologia, fino a rintracciarne la causa, per poi eliminarla con interventi sapientemente mirati a ripristinare l’equilibrio psicofisico.
Altri rimedi possono essere anche la massoterapia, la rieducazione manuale e motoria, e infine la ginnastica posturale.
Successivamente tramite l’ausilio di macchine come la Tecar terapia.
La Tecar terapia genera calore ed è proprio quest’aspetto va ad aiutare il nostro organismo nella sua opera di riparazione.
Il calore determinato dalla tecar è come se accelerasse tutto il processo di riparazione. Velocizza il trasporto dei materiali di scarto, che sono particolarmente dolorosi quando ristagnano nell’articolazione.
La sensazione di calore intenso ma piacevole è il frutto di un calore generato dalla macchina ed un calore generato dal lavoro del corpo stesso, come se fosse l’infiammazione che fuoriesce.
Propongo anche altri tipi di trattamento quali: le correnti antalgiche (Ionoforesi,Tens) la magneto terapia (alta intensità di Bemer) oltre a il laser di Yag o le onde d’urto.