Giro dei tre confini, un’ avventura tra Italia, Svizzera e Austria

Per chi sta programmando “l’avventura dell’anno” questo itinerario, il Giro dei tre confini, è sicuramente tra le opzioni da prendere in considerazione. Sono tanti gli aspetti che ne fanno un sommo giro: l’attraversamento di tre confini nazionali (Italia, Svizzera, Austria, e ritorno nel Bel Paese), lo scenario strabiliante della gola d’ Uina, gli incredibili panorami d’alta quota,  il Lago di Resia con il suo campanile sommerso ed i resti di una incredibile linea anticarro sul confine italo-austriaco.

La programmazione deve tenere conto dei mesi caldi e la certezza di un cielo luminoso e senza capricci per tutto l’arco della giornata. Indispensabile partire al mattino presto ed avere un zaino ben fornito di vivande ed attrezzatura tecnica che garantiscano la totale autonomia: punti di appoggio ed assistenza non ce ne sono.

Da dove partire per il Giro dei tre confini

Noi abbiamo deciso di partire da S. Valentino in Alto Adige (ma si può partire anche da Malles): il primo tratto è una normale scollinata su asfalto che immette in una valle di cui si raggiunge l’imboccatura: se le precipitazioni sono state abbondanti ci sarà l’occasione per ammirare una piccola cascata le cui acque grondano dal rifugio Sesvenna situato poco sopra. Si affronta qui il primo importante valico su una forestale ripidissima che impone anche tratti a piedi.

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Si continua in salita con un gradiente più abbordabile e qualche tratto in discesa tra panorama da incorniciare. Proseguendo verso Passo Slingia si arriva ad una cortina di filo di ferro arrugginito che segna il confine italosvizzero.

La Svizzera, il tratto clou del giro dei tre confini

Oltrepassata questa prima “frontiera” poco separa dal pezzo clou di questo percorso: lo scenario fiabesco si interrompe tutto d’un tratto, e lascio il posto ad una discesa dai tratti infernali. Una gola di roccia si stringe come le dita di una gigantesca mano lasciando solo un pertugio che porta ad una galleria scavata pezzo per pezzo nel granito; secondo la vox populi un simile capolavoro di ingegneria viaria sarebbe opera dei contrabbandieri. Il tunnel si staglia sul fianco della montagna come una lunga viscera e si affaccia a strapiombo sulla forra in cui scorre l’ Uina, tumultuoso affluente del poco lontano fiume Inn: per i vertiginosi, e non solo, è vietato indugiare.

Le raccomandazioni di prudenza non sono mai troppe, come ricorda anche il cartello che si trova all’ingresso: un modesto parapetto protegge in alcuni tratti, ma vi sono anche dei punti stretti e scivolosi che non avrebbero pietà per eventuali leggerezze. Inoltre il sentiero è molto trafficato da escursionisti a piedi e colleghi delle ruote grasse che fanno il percorso opposto.

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Terminata questa sezione “estrema” il sentiero ritorna sui normali canoni del tracciato alpino con una lunghissima discesa fino alla valle dell’ Inn che offre infiniti spettacoli d’acqua.

L’ Austria e il tratto finale del percorso dei tre confini

Da qui in avanti sarà tutto un andar per larghe strade bianche: si passa, impercettibilmente, il confine con l’Austria fino ad arrivare a Nauders. Se avete ancora gamba potete fare, come indicato nella traccia, gli ultimi 700 mt di dislivello in salita verso Planmort (Pian dei Morti), dove sono situati i residui di una frontiera anticarro italiana (risalente agli anni del primo dopoguerra) e dove vi attende un impagabile scorcio sul Lago di Resia. In alternativa si può proseguire su comoda ciclabile lungo il lago fino al punto di partenza.

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2 commenti su “Giro dei tre confini, un’ avventura tra Italia, Svizzera e Austria”

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