Monte Ermada cartello

Ermada, la collina maledetta

Da lontano l’ Ermada appare come uno dei tanti bassorilievi carsici che da Monfalcone si prolungano verso Trieste parallelamente alla costa.

Chi conosce la storia di questi luoghi sa che quella collina l’ Ermada è stato il teatro di una delle più terribili carneficine della Grande Guerra in Italia. A dirlo è la contabilità dei morti, e lo dice soprattutto un grande testimone dell’ epoca come Fritz Weber, ufficiale dell’esercito austroungarico, divenuto uno dei più apprezzati autori che hanno raccontato la guerra dal fronte avversario. Nel suo capolavoro “Tappe della disfatta” esegue un ritratto agghiacciante delle condizioni in cui si fronteggiarono gli opposti schieramenti. Una serie interminabili di assalti da parte italiana resi sempre più esasperati dall’ altrettanto accanita resistenza austriaca: la posta in gioco era alta, perché questa maledetta collina di soli 323 mt era l’ultimo baluardo a difesa di Trieste, la città per la quale i Savoia avevano dichiarato guerra agli imperiali.

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Chi percorre oggi i sentieri dell’ Ermada può rendersi conto di come un conflitto oltre che disumanizzante possa anche trasfigurare per sempre la natura. Un dedalo interminabile di cunicoli, gallerie, bunker sono ancora lì come l’ eco perenne di un grido lanciato da questa terra mille volte sconvolta ed insanguinata.

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Nonostante l’ asperità del terreno e la nota conformazione rocciosa del territorio carsico, il percorso risulta molto idoneo alla MTB. L’ itinerario è breve nella distanza e non presenta un dislivello elevato, tuttavia il fondo appesantisce lo sforzo ed eleva il livello tecnico.

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