Diga di Ridracoli: tra acque turchesi e villaggi diroccati

Un diamante turchese nel cuore delle lussureggianti Foreste Casentinesi. La diga di Ridracoli è molto più di un’opera ingegneristica: è parte integrante e valorizzante del territorio. Questo percorso, che si svolge attorno al lato orientale dell’invaso, porta alla scoperta delle bellezze locali, tra cui spiccano i resti della comunità locale ormai ridotta ad un complesso di villaggi diroccati.

Diga di Ridracoli

Era il lontano 1974 quando nella remota valle del Bidente venne posata la prima pietra di questa struttura che oggi disseta tutta la Romagna e nel contempo fornisce energia elettrica. Venne completata nel 1982 dopo aver posato 600.000 m2 di calcestruzzo che l’hanno innalzata fino a 103,5 mt per una lunghezza di 430 mt.

Per fortuna la comunità locale non si è fermata ai tecnicismi ed ha fatto in modo che la diga diventasse anche una fonte di attrazione per visitatori e scuole. La valorizzazione dell’ ambiente ittico e faunistico, la sensibilizzazione sul tema del risparmio idrico ed energetico sono i temi sviluppati a favore della collettività.

Per gli amanti della MTB le possibilità non mancano: grazie al costante afflusso di escursionisti si può contare su una rete sentieristica di ottimo livello.

Trail CAI 235

Nel percorso qui presentato gli aspetti panoramici si uniscono a discese elettrizzanti su single track molto divertenti che serpeggiano tra le imponenti rovine di antichi caseggiati abbandonati.

Si parte dal parcheggio del Museo salendo in direzione del Rifugio Alpicella/Passo del Vinco con salita graduale prima su asfalto e poi su sterrato fino a percorrere il crinale in quota 1.000 mt.

Case diroccate

All’altezza del Monte Moricciona si imbocca il CAI 235 che prosegue serpeggiando stretto tra boschi e rovine. Si giunge fino ad un ruscello poco lontano dalle sponde del Lago e si ricomincia a salire (CAI 237) con qualche tratto a spinta fino ad arrivare ad una quota con saliscendi più regolari e meno aspri, e con il luccichio delle acque sul lato sinistro; nei tratti più esposti e sugli scalini è doveroso scendere.

L’ultima metà è praticamente una ciclabile e sfocia nella strada asfaltata che termina sull’ impianto. Molto suggestivi i passaggi nei tunnel con pannelli didattici.

 

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