Ciclismo e respirazione: errori tecnici ed effetti negativi

Molti tra gli appassionati di sport non sanno respirare correttamente. Ne consegue l’incompleta ossigenazione e l’insufficiente depurazione dell’organismo. Il risultato è una prestazione al di sotto delle potenzialità reali.

I ciclisti risultano essere gli sportivi che più degli altri eseguono la respirazione in modo errato. Cosa che accade anche nei ciclisti di alto livello.

Vediamo perché e quali svantaggi provoca la respirazione sbagliata.

ciclismo e respirazione
Ciclismo e respirazione – Fonte: rivieraoggi.it

Ciclismo e respirazione: fatica e affanno

Dagli studi è emersa l’incapacità dei ciclisti di amministrare il rapporto tra la quantità d’aria mobilizzata in ogni atto respiratorio (volume corrente) e il numero di atti respiratori nell’unità di tempo (frequenze respiratorie).

Questo sia nelle fasi più importanti nella gara  e sia nei momenti più tranquilli, utili al recupero dallo sforzo. Sbagliare la respirazione determina un coinvolgimento limitato dei polmoni. Così il respiro diventa faticoso e affannoso (dispnea). Ciò innesca problemi sullo stesso processo respiratorio e anche su quello cardiocircolatorio.

Il ciclismo, come altri sport, risente di una mancata educazione respiratoria. Se tralasciato durante la formazione dei giovani atleti, questo aspetto è difficile da recuperare. Quando l’atleta è maturo tende a rimanere radicato nelle sue convinzioni.

Ciclismo e respirazione: perché si sbaglia

La respirazione scorretta dei ciclisti dipende anche dai vincoli della disciplina: i regolamenti, la bicicletta e l’ambiente in cui si pedala. Elementi in contrasto con l’ottimale postura respiratoria. La posizione scorretta del ciclisti fa acquisire negli anni errori respiratori. Così la scarsa ventilazione e il recupero inadeguato provocano la produzione anticipata di lattato che riduce il livello prestazionale.

La flessione forzata della colonna vertebrale quando si è in sella provoca sollecitazioni superiori al normale. Mantenuta nel tempo rappresenta un limite alla corretta respirazione. Infatti la muscolatura inspiratoria accessoria agisce in misura limitata riducendo l’escursione della cassa toracica.

Il diaframma è l’unico muscolo inspiratorio in funzione. Ma la mancanza di educazione respiratoria ne riduce l’efficacia provocando l’attivazione anticipata della muscolatura accessoria.

ciclismo e respirazione
Ciclismo e respirazione Fonte: strettoweb.com

Ciclismo e respirazione: svantaggi del ciclista

La tipica posizione aerodinamica del ciclista prevede il busto flesso e l’appoggio ischiatico. Tale posizione rende difficoltosa la respirazione. Costringe il diaframma a una posizione sfavorevole.

Questi sono gli svantaggi di tale posizione:

limitazione del movimento diaframmatico a pistone per la diminuzione dell’azione       gravitazionale;
perdita delle curve fisiologiche nel tratto lombare della colonna vertebrale;
cifotizzazione di tutte le curve in posizione di massima aerodinamicità;
impedimento dell’oscillazione sagittale del tronco che consentirebbe l’innalzamento della  gabbia toracica in fase di inspirazione;
appoggio dell’ischio sulla sella e degli arti superiori sul manubrio tramite le mani;
condizionamento della respirazione per via del movimento ciclico alternato delle gambe.

Ciclismo e respirazione: vantaggi della tecnica corretta

Per ottenere il massimo delle prestazioni è necessario l’uso della tecnica respiratoria corretta fino ad arrivare alla sua automatizzazione.

Svolgere gli esercizi respiratori con costanza porta a migliorare i seguenti aspetti:

– mobilità della colonna vertebrale;
– allungamento del rachide in massima espirazione;
– accorciamento del rachide in massima inspirazione;

– abbassamento del tronco e più aerodinamica;
– ossigenazione della muscolatura locomotoria;
– lucidità nelle fasi impegnative; 
 – riduzione dei tempi di recupero

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