Quello di Monte Cengio è un nome indissolubilmente legato alla Spedizione Punitiva (Strafexpedition) attuata dai comandi austriaci tra il maggio ed il giugno del 1916. Gli imperiali condussero questa offensiva con grande determinazione arrivando a dilagare sulle Prealpi Venete: a fine maggio gli austroungarici si erano già impossessati di Asiago e dall’ Altopiano dei Sette Comuni trovandosi quasi spianata la via verso la Pianura Padana. Ma fu proprio sulle ultime creste montuose del vicentino che incontrarono un’ accanitissima resistenza.
Il Cengio fu uno degli ultimi baluardi difensivi che Cadorna volle difendere senza risparmiare vite umane: per questo motivo inviò su quelle spoglie alture alcune divisioni di Granatieri (in maggior parte della sez. Sardegna).
Seppur inadeguatamente armati, malnutriti e con pochissime speranze di sopravvivere alla soverchiante ondata nemica i difensori resistettero fino all’ ultimo uomo ingaggiando anche furibondi corpo a corpo.
Ai primi di giugno del ’16 gli austriaci espugnarono la sommità ma con perdite così ingenti da trasformare il successo in una vittoria di Pirro. Ancor più ingenti furono le perdite italiane che raggiunsero cifre spaventose intorno alle 10.000 unità: tanto fu il prezzo per non far mettere piede agli austriaci nella Pianura Padana.
Prima della fine di giugno il Monte ritornò nelle mani dei vecchi occupanti senza colpo ferire.
Oggi il Cengio è un Ecomuseo dalla cui visita se ne ricava un’esperienza di grande approfondimento storico. Le cose da vedere in questa area sono davvero tante e riguardano il formidabile complesso difensivo costruito dagli italiani dopo la riconquista. Appena rientrati in possesso del caposaldo si decise di realizzare una linea fortificata per la resistenza ad oltranza: un’opera imponente che ebbe sicuramente un effetto dissuasivo.
Nel 1967 è stata istituita la zona sacra con tanto di croce ed altare. Decisamente suggestivi dal punto di vista escursionistico sono i passaggi nei tunnel delle postazioni di artiglieria e le strade scavate nella roccia a precipizio: in particolare il punto noto come “Salto del Granatiere” un passaggio tra rocce ricordato per i tanti soldati precipitati nel vuoto nella furia dei combattimenti.
L’icona di questo itinerario è però la straordinaria statua realizzata con schegge di granata raffigurante un granatiere, situata a fianco della chiesa votiva.