Cascate e grotte: la magia sconosciuta dell’ Appennino bolognese.

Ci sono luoghi che stupiscono due volte: la prima per la loro particolare bellezza, la seconda perché si trovano ad una manciata di ore da casa, dove meno ci si aspetterebbe di trovare ambienti da favola.

E’ il caso del Labante, una zona con cascate e grotte degne del miglior  documentario, a pochi km da Bologna sulla strada provinciale tra Sasso Marconi e Vergato.

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Per vedere il primo spettacolo non bisogna attendere tanto: subito fuori dall’ ampio parcheggio antistante la Chiesa di San Cristoforo in Labante si viene accolti da una rinfrescante brezza accompagnata dallo scrocchiare delle acque tipico di una cascata. Sarà difficile che possiate dire di avere già visto qualcosa di simile: le rocce di travertino scolpite dal più grande artista del mondo (la natura) hanno una fisionomia che le rende uniche al mondo. Dall’alto sporge una sorta di becco che lascia precipitare un fiotto d’acqua che si frantuma in mille particelle su un cumulo di detriti calcarei formatosi in millenni di azione erosiva. La visita continua, brevemente, anche all’ interno, in una piccola cavità.

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Le emozioni non sono finite: anzi inizia un giro molto divertente che unisce spettacolari formazioni rocciose e cavernose, con tratti in single track che richiedono ottime abilità. E’ il sentiero delle Tane che inizia dopo aver risalito e percorso un tratto del crinale: il motivo di questo nome è presto spiegato, e stupiscono le dimensioni veramente sbalorditive di queste cavità rocciose (che nei periodi estivi vengono addirittura utilizzate per concerti in ragione della loro eccellente sonorità). Nell’ ordine si incontrano la Tana del Paroletto e quella dell’ Istrice.

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Molto più tranquillo e panoramico è l’altro anello che continua sul crinale del monte Finocchia.

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