C’è una Levanto poco conosciuta che forma quell’ entroterra così vicino per distanza geografica, ma così lontano dalle mete turistiche più battute: il mare apparirà più remoto rispetto ai più trafficati percorsi costali, ma si potrà assaporare il fascino di una Liguria più selvaggia e bucolica.
Si parte dalla città, che come sempre merita una visita più approfondita riguardo alcuni edifici come la Loggia, le mura, l’orologio, ed il suo pittoresco duomo a strisce bianche e nere. Dal centro si sale dalla SS 566 che si abbandona prima del tunnel per non entrare sul versante opposto a quello dove si svolge l’itinerario. Con graduale salita si attraversa la frazione di Montale, che si distingue per una vistosa cupola, per poi addentrarsi in bosco decisamente silenzioso e con pochi spazi antropizzati. La morfologia del luogo è sorprendentemente bella per la sua dimensione aspra e con profili spioventi.
La prima discesa che porta sull’abitato di Cassana è alquanto divertente ed alcuni tratti impervi fanno fumare i freni ed eccitare il biker. Dopo una salita non breve si ritorna al tratto dove l’itinerario si chiude a 8 e si conclude una discesa spettacolare in direzione del mare con alcuni passaggi “urban” dove bisogna stare attenti a non rigare i muri delle case.
Un ultimo tratto molto vibrante su ciotoli è la degna conclusione prima di tuffarsi su una morbida focaccia.
Nel complesso un giro lungo nell’entroterra di Levanto, abbastanza faticoso e tecnico riservato ai biker esperti.
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